DOMENICA NEVICA a LAPIO

QUESTA SERA, domenica 13 settembre,  ‘la comunità provvisoria’ è  a LAPIO, nella casa-laboratorio  di VITTORIO IANNINO per l’anteprima di ‘NEVICA E HO LE PROVE’ di e con fRANCO aRMINIO.  __ lapio. sett.'09__ __ __ __ __ __ __ __ I nostri paesi sono aperti, ci si arriva senza passare dai caselli. Si parcheggia senza pagare. Ti puoi sedere dove vuoi, ti puoi anche stendere su una panchina. I paesi hanno il vuoto al centro, sono come uccelli imbalsamati, hanno perso le viscere. Vuoti dentro e col piumaggio impolverato. È una cosa che si sente bene e dolorosamente proprio adesso, a settembre, adesso che è di colpo si è fermata la girandola estiva. I paesi sono aperti, ma le case restano chiuse. La bulimia edilizia che ha trasformato ormai anche l’Irpinia in una città diffusa ti sbatte prepotentemente in faccia più infissi che mandibole, pochi occhi e molte finestre. Così vanno le cose in quest’epoca sciagurata.   Ma portare il broncio alla propria epoca non va mai bene. E poi, se non si può sovvertire il senso della corrente, comunque c’è sempre spazio, come diceva Calvino, per cercare nell’inferno ciò che inferno non è, e farlo crescere e durare. Tra le tante persone che ho conosciuto in Irpinia in questi ultimi tempi, persone che si muovono in quest’ottica, c’è sicuramente Vittorio Iannino, un architetto di Lapio, discendente da una da una famiglia con una lunga tradizione di artigiani del teatro. Vittorio sta facendo una cosa inusuale in questa terra: apre la sua casa e la mette a disposizione per eventi culturali. Indicatemi un solo politico di qualsiasi schieramento che in questi decenni abbia mai fatto una cosa del genere. Indicatemi un ricco imprenditore che abbia aperto il suo palazzo. Vittorio ha trasformato la sua casa in un piccolo teatro. Lì si è parlato di cinema, lì Canio Loguercio ha cantato le sue canzoni appassionate, Antonello Matarazzo ha mostrato i suoi video, io ho letto le mie “Cartoline dai morti”. Ed è lì che ritorno domenica 13 settembre per presentare in anteprima il mio ultimo libro (Nevica e ho le prove, Laterza editore). Curiosamente un libro di “cronache dal paese della cicuta” viene accolto in un luogo di attenzione e dolcezza, nella mite e collinare Lapio, in un’Irpinia assai lontana dalle asprezze climatiche e umorali dell’Irpinia d’oriente. Penso che sia arrivato il momento di portare allo scoperto il bene e quelli che lo fanno. Il mio libro è una sorta di catalogo di fallimenti, un deposito di anime sbadatamente vive. È arrivato il momento di vivere con più attenzione, con più clemenza. È arrivato il momento di capire che l’Irpinia ha belle intelligenze e cuori generosi al di là della polvere dei soliti noti. Vittorio Iannino, aprendo la sua casa al mio libro, mi dice, insieme ad altri piccoli segnali, che non tutto è perduto. Mi dice e ci dice che i cinici e gli indifferenti hanno gli anni contati. Sta arrivando qualcosa che ci guarisce, ma non guardate lontano, sta arrivando dal vento delle alture, dalla pianta dei nostri piedi.

Franco Arminio per IL MATTNO 10.9.09

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6 risposte a DOMENICA NEVICA a LAPIO

  1. Salvatore ha detto:

    grande!!!, come sempre

  2. mercuzio ha detto:

    Ecco la risposta ai miscredenti e ai maldicendi che hanno vista corta e cuore fermo e indurito.La casa di un amico e la su famiglia speciale, un vicolo silenzioso ed appartato di Bisaccia, un massa di giovani liberi ad un concerto di Vinicio, un angolo di Cairano sono i palcoscenici raccolti ed intimi della Comunità provisoria.Solo chi non ha la sensibilità della nuova gente d’Irpinia poteva pensare che noi potessimo fare a meno della ‘nostra anima’ che Franco sa raccontare parlandoci di sè stesso,dei suoi sogni,dei suoi dolori , delle sue noie e dei suoi slanci di generosità.E quando lo fà per tutti con un suo libro noi sappiamo che sta parlando anche di noi e ne siamo orgogliosi e incantati e……oramai non abbiao più bisogno di rangraziarlo per questo dono ch ci fà generosamente e con fatica.
    mauro orlando

  3. eldarin ha detto:

    franco, è così che si risponde, è così che si sta al mondo.vittorio, sei un grande!
    bene!
    e al diavolo tutte le recriminazioni ed i cuori rancorosi e malati, al diavolo le meschinerie ed i sarcasmi!
    come si può vedere, come si sta vedendo,c’è ben altro in questa terra.
    un abbraccio a tutti
    e’

  4. Arminio ha detto:

    la risposta è domenica. il mio libro farà la sua strada, ma il gesto di vittorio merita di essere colto nella sua eccezionalità.

  5. monica ha detto:

    caro franco
    il tuo testo paesologico è il modo migliore per invitarci a condividere un altro momento di comunità in un contesto così accogliente, stimolante e rassicurante, sotto certi aspetti, come quello da te giustamente decantato: casa iannino.
    nel tuo testo apprezzo anche l’atteggiamento propositivo, ottimista quando tendi verso il “buono” che ovviamente esiste e lasci cadere il giudizio su cosa o chi buono o facile non sembra tanto.
    ma chi siamo, mi chiedo, ognuno di noi per decidere sempre ogni volta chi siano i “buoni” e chi i “cattivi”?
    credo che la comunità provvisoria abbia oggi le potenzialità e le capacità per compiere il salto di qualità e smettere di analizzare, giudicare, etichettare,selezionare peggio ancora condannnare. credo che oramai siano maturi i tempi e gli animi in cui non si abbia più paura di accogliere realmente le persone per quello che sono, per ciò che vorrebbero esprimere e dare, offrire, donandoci ascolto autentico e curioso e spazio equo reciprocamente e verso chiunque mostri interesse e vero sincero ed affettuoso attaccamento a questo progetto di comunità.
    basta parlare di rancore, rancorosi, malati, meschini, diavoli, miscredenti, maldicenti basta brutte parole nel senso che non sanno di “bellezza”. perdiamo il nostro tempo a coltivare e nutrire i semi positivi, quelli negativi, se davvero ci sono, quando non riceveranno più nutrimento, spariranno, saranno depotenziati ed eliminati automaticamente.
    io questo lo pretendo da me e dalle belle persone che ho conosciuto nella comunità provvisoria.

  6. monica ha detto:

    sognerei una comunità provvisoria

    con la dimensione del “chiostro”

    dove c’è spazio

    per il silenzio del cuore.

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