di Anna Fierro

Dall’incontro di presentazione “Colori d’Autunno”  / 16 ottobre 2010 presso la Fornace di S. Andrea di Conza _ di ANNA FIERRO 

E’ stato piacevole e costruttivo ascoltare gli interventi dei vari relatori a quest’incontro di presentazione dell’iniziativa “Colori d’Autunno” finalizzato anche all’esposizione dei lavori del pittore armeno Khachik Abrahamyan. 

Inevitabilmente il tema si è incentrato sulla nostra realtà territoriale, sulla disgregazione culturale che vive e sulla necessità di avvicinare le giovani generazioni, gli studenti, i ragazzi ma anche gli adulti, ad iniziative volte all’apprezzamento e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale, paesaggistico, letterario, architettonico ed enogastronomico. 

Un dirigente scolastico ha sottolineato che la nostra presenza in quel luogo fosse un segno positivo di ripresa del Sogno da parte degli irpini.

Sogno, questo termine ha suscitato in me l’esigenza, quasi un impeto, ad intervenire per rimarcare il concetto secondo mio modestissimo avviso, alla base dell’esistenza.

Tutti sogniamo nel senso di desiderare ardentemente qualcosa, immaginarcela realizzata, nel nostro pensiero, nella mente. In maniera talvolta ossessiva il nostro sogno diventa ricorrente, si ripresenta nei momenti di gioia e, spesso di sconforto tanto da porsi, in talune circostanze, al pari di un incubo.

Ma solo nel momento in cui il protagonista riesce a compiere la delicata operazione di trasposizione dalla fase Sogno a quella Obiettivo si può immaginare di realizzarlo.

In cosa differiscono questi due elementi: l’uno, il Sogno, alberga nella nostra mente, forse nell’anima, come qualcosa di aleatorio, non presenta confini, tempo, sta lì; l’altro, l’Obiettivo, prevede  programma,  tempo,  azioni.

Dunque un Sogno si realizza solo allorquando assume la connotazione di Obiettivo prevedendo una serie di azioni da parte dell’autore condotte con Passione e Perseveranza, diversamente resta relegato nella mente, nel cuore, connotandosi come Incubo o, peggio, Rimpianto.

Personalmente i sogni che ho avuto si sono sempre realizzati quando sono stata in grado di compiere questo delicato passaggio e quando l’operato dipendeva esclusivamente da me.

Tornando al tema oggetto dell’incontro, ritengo che già il solo star lì ieri sia il segno di un’Irpinia che ancora sogna e che voglia compiere questa mutazione Sogno-Obiettivo.

A mio avviso noi disponiamo di tre risorse, una illecita di cui non val la pena parlare, due lecite, le nostre intelligenze e le nostre risorse ambientali, territoriali, culturali etc.

Se saremo in grado di far cooperare queste due potenzialità, entrambe donate dall’alto, daremo una svolta alla nostra area, un futuro alle nuove generazioni e, finalmente, trasformeremo in opportunità quelli che oggi leggiamo solo come problemi.

Chissà che il mio Sogno da architetto, vedere i nostri centri storici valorizzati, rispettati, dove il genius loci diventi attrattiva turistica e opportunità di sviluppo economico, non si realizzi.

Del resto l’edificio in cui ieri ci trovavamo, La Fornace, è un valido esempio di quanto ho detto: se ne prevedeva la demolizione e la sostituzione con un mercato coperto, qualcuno ebbe un Sogno, una Visione, divenne un Obiettivo che, in una all’Impegno e alla Passione, ci hanno consentito  trent’anni dopo di goderne come abbiamo fatto.

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Anna Fierro è architetto e si occupa di ‘architettura e psiche’.

 

Una risposta a di Anna Fierro

  1. agostino ha detto:

    Grazie ad Anna per la partecipazione!!

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